Julio Estrada: Murmullos del páramo
Il progetto dell’opera ha cominciato a delinearsi dopo la pubblicazione di El sonido en Rulfo (1989), saggio di Estrada dedicato alla interpretazione sonora e musicale nei racconti e nei romanzi dello scrittore messicano. I testi di Juan Rulfo, secondo Estrada, evidenziano infatti la tendenza caratteristica a evocare la presenza del suono attraverso le descrizioni, sottili suggerimenti che sembrano cercare un’eco interiore nella sensibilità e nella memoria uditiva di ciascun lettore. La lettura del romanzo Pedro Páramo è dunque una sorta di esperienza quasi musicale.
Lo stesso processo dialettico tra il testo di Rulfo e l’udire individuale è alla base dell’opera Murmullos del páramo. Per cercare la maniera di far “ascoltare” Rulfo nel modo più fedele possibile, Estrada, nel corso del lungo lavoro preparatorio, ha passato sei mesi nella zona del Messico in cui trova ambientazione il romanzo, registrando il rumore dei fiumi, dei cavalli, degli insetti: tutti suoni che sono stati inseriti nell’opera. Estrada si è sforzato di fare tabula rasa delle proprie conoscenze musicali per creare un linguaggio non prefabbricato in cui riprodurre l’atmosfera onirica e fantasmagorica di Comala, il villaggio morto abitato solo da morti, che Rulfo (1918-1986) inventò per raccontare, attraverso la storia di Pedro Páramo e di suo figlio Juan Preciado, quella del Messico.
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