Suoni, la nostra memoria storica
«Ma il rumore delle città li annulla»
A Torino un seminario degli studiosi del «Soundscape», il paesaggio sonoro Voci, animali, il rumore delle onde connotano gli ambienti: ma il frastuono urbano li inquina.
ROMA – E se fossero i suoni, e non le immagini, lo strumento migliore per raccontare la storia? Lo credono, e lo mettono in pratica ogni giorno raccogliendo, registrando e archiviando rumori «sporchi» o «puliti» nei parchi, nelle città, nei villaggi, gli studiosi della auditory culture con le loro soundscape research, come quella in corso in Sicilia ormai da molti anni. «Il Soundscape – racconta Stefano Zorzanello, a Torino per un seminario dedicato a questi studi, ma normalmente impegnato nella ‘mappatura’ sonora di Catania – è stato definito come una sinfonia incompiuta e senza forma di cui siamo contemporaneamente i compositori, gli esecutori e gli ascoltatori. Oggi però questa ‘sinfonia’ rischia di essere in gran parte coperta da rumori uguali in tutte le città, come il suono di motori, sistemi di raffreddamento, reti elettriche eccetera e non si può ascoltare che per porzioni limitate, molto precise e localizzate».
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